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Lettere dal Passato
Grazie ai Capi e Nonna Lupa
Ricevere l'invito a scrivere sulla mia esperienza come scout è stato per me una piacevole sorpresa. Una sorpresa perché già da tempo speravo ci si potesse ritrovare anche solo per qualche ora; piacevole, ovviamente, perché rappresenta un riallacciare i rapporti con vecchi amici e anche perché è uno stimolo a rispolverare ricordi di un periodo piacevole ed importante. Subito mi sono tornati alla mente volti, luoghi e sensazioni: un decennio di esperienze che ha lasciato sicuramente il segno, visto che il solo parlarne, oltre vent'anni dopo (già!...) suscita emozione. Uno dei primi ricordi è naturalmente quello delle mie prime Vacanze di Branco, nel '63: Otto anni, grande una spanna (come adesso, del resto, ma un bel po' di chili in meno). mai dormito fuori casa, con gente mai vista prima tranne Akela, praticamente a rischio di trauma. Ne sono uscito bene grazie ai Capi, all'amicizia subito creatasi e a … Nonna Lupa. E poi la prima notte in tenda, a Livemmo, con i soliti (ma questo l'avrei scoperto in seguito) racconti terrificanti a base di fantasmi, spiriti e amenità simili: le prime esperienze di cucina, non sempre incoraggianti, le costruzioni, le grandi pedalate con relativi problemi tipo "Ma me stanòt so Stat mal!”, e poi il rapporto con gente mai vista, che magari si stupiva vedendo questi tipi strani, in calzoni corti, foulard e cappello, ma con la quale riuscivamo sempre ad instaurare buoni rapporti. E probabilmente questo è stato uno degli insegnamenti fondamentali che ho ricevuto e di cui penso di aver fatto tesoro, dato che ancor oggi, avendo occasione di conoscere molta gente per motivi di lavoro, mi sembra di non aver perso questa capacità. Un'altra abitudine che ho mantenuto è quella di non finire la giornata senza aver risolto quei problemi, quelle divergenze con familiari e amici che nella vita possono sorgere, e sono convinto che questo mi abbia aiutato molto. Ma tornando ai ricordi, come dimenticare la Val di Genova o la Val Salarno, la calorosa ospitalità delle famiglie di Arco durante i Rally ciclistici o di Brescia per un Campo per noi non proprio positivo…
Durante un Campo Mobile ci siamo ridotti a trascinarci come tanti ubriachi per il troppo ridere, abbiamo condiviso temporali con cadute di tende (Val Duppo), freddo e affumicature a fine anno (Ca' Vacca), sudate (sempre!), panorami stupendi, stanchezza e tanta allegria. Di un San Giorgio a Esenta porto ancora i segni su una gamba (un cespuglio di rovi che mi ha ospitato durante un gioco un po' movimentato...); recentemente ho riscoperto il "Picco Rosso": conosciuto sul Lago di Ledro nei primissimi anni '70. quando lo produceva artigianalmente il farmacista Foletto, l'avevo riassaggiato portando le mie partecipazioni di nozze ad Akela una decina d'anni dopo; ora una bottiglia in casa mia c'è sempre, e il solo vederla (e chi lo beve più!) mi rallegra. E quanti altri disparati ricordi si affollano alla mente! Una notte in sacrestia a Teglie sfogliando gli archivi dei nati e dei morti del secolo Scorso; le serate all'aperto a contemplare le costellazioni (chissà perché mi è rimasta impressa quella a Barbaine?): a Livemmo ricordo la ricerca, trasformatasi in comica, di un posto chiamato "Fontanelle"; e poi, anni dopo, i Campi Mobili, con il grosso lavoro di preparazione, da me mai considerato prima, le camminate e i pernottamenti in montagna, in posti splendidi che ricordo e che riconoscerei uno ad uno. Fra quanti le hanno vissute, chi non ricorda ancora con gioia tante avventure, sempre insieme e affiatati? Ma al di là dei tantissimi bei ricordi in comune, credo che l'insegnamento fondamentale che lo Scoutismo mi ha lasciato sia quello contenuto in un passaggio del testamento spirituale di Baden Powell: "Cercate di lasciare il mondo un po' migliore di come l'avete trovato". Non so con che risultati, ma in buona fede ho sempre cercato di metterlo in pratica, e continuo tuttora. Essere Scout ha contribuito notevolmente alla mia formazione, insegnandomi a pensare anche agli altri, ad affrontare le avversità con calma e con spirito positivo, ad apprezzare quello che la vita mi regala di bello e ad accettare gli immancabili lati negativi. Se questo vi sembra poco…
Mauro Garnelli
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