LA NOSTRA STORIA - scoutvobarno.org

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LA NOSTRA STORIA
 
Breve cronistoria dell'attività scoutistica del Vobarno I°
La fondazione ufficiale del gruppo risale al 30 settembre 1945, data in cui fu istituito il Reparto: l'iniziativa nacque attorno alla figura di don Giuseppe e grazie all’entusiasmo di un gruppo di giovani, a seguito di un'interessante relazione tenuta da un chierico missionario. A onor del vero il gruppo aveva già avuto modo di distinguersi alcune settimane prima. durante le prime feste della Rocca, quando era montato di guardia alle lampadine dell'illuminazione del Santuario. Questo primo servizio guadagnò agli scout vobarnesi le simpatie del parroco, Monsignor Tommaso Vezzola, e li aiutò a vincere le non poche diffidenze che l'iniziativa aveva suscitato in un ambiente tendenzialmente sospettoso verso ogni novità. È certamente difficile, a distanza di tanti anni, ricostruire il clima e il terreno su cui nacque lo scoutismo vobarnese: ogni scavo che cerchi di scendere sotto la scarna crosta dei semplici fatti deve necessariamente passare attraverso il filtro della memoria e della sensibilità individuale di chi, quei giorni, li visse: fra essi c'è chi ha suggerito - e noi come suggerimento lo riportiamo — che un qualche ruolo, seppure indiretto e inconsapevole, possono averlo avuto anche l’azione e la testimonianza di don Annibale Canini, allora Assistente ecclesiastico dell'Azione Cattolica, anima, negli ultimi anni del regime, non certo di un'impossibile — dato il suo ministero — opposizione politica, quanto piuttosto di una netta opposizione delle coscienze. Nato il Reparto. i primi sforzi furono quelli di reperire e sistemare una sede e di procurare qualche divisa: la prima esigenza venne soddisfatta grazie anche... all'inconsapevole aiuto della ditta Gaidoni e all'opera dei Sigg. Bortolo Vedovelli e Bontempi (?), per la seconda, ci si accontentò all’inizio della sola camicia, grazie anche ad alcune sahariane passate dalla Falck. II primo campo si svolse in un clima davvero pionieristico nell'estate del 1946 (partenza il 15 agosto) a Frondine, ai piedi della Corna Blacca; lo scarso materiale per il campo fu trasportato su di un carro preso a prestito della ditta Knerich e trainato, per l'occasione, dal cavallo messo a disposizione dal sig. Paris; i viveri erano appena sufficienti, le tende invece non bastavano per tutti e, a turno, si dovette dormire all'aperto. Tre mesi dopo, il 4 novembre 1946, vennero pronunciate le prime promesse. La vita del Reparto, nonostante molte fossero ancora le difficoltà e le carenze, dovute perlopiù a scarsità di mezzi, procedette con discreta regolarità fino al 1952, anno in cui si sperimentò, per la prima volta, la difficoltà del ricambio dirigenziale: gli scout della prima ora si erano ormai fatti adulti, alcuni avevano scelto altre strade e risultava difficile trovare nuovi capi; inoltre anche il numero dei ragazzi era sensibilmente calato. Con grande rammarico l'attività venne sospesa per alcuni mesi: fu solo grazie all'impegno e all’insistenza di don Giuseppe che l'attività poté essere ripresa in quello stesso anno e il gruppo rimpinguarsi con l'adesione di nuove leve. Un aiuto insostituibile allora venne da Pippo Zane da Salò, altro decano dello scoutismo; anche i campi estivi di quegli anni furono effettuati congiuntamente al gruppo di Salò. Il 1956 e il 1957 furono anni importanti per lo scoutismo vobarnese: nel novembre del 1956 iniziò la Sua attività la branca Rover, a seguito del passaggio di un nutrito numero di scout; l’anno dopo, il 9 settembre 1957, nasceva il Branco, completando così il gruppo. Nel corso degli anni Sessanta la vita delle tre branche, allora naturalmente aperte solo ai maschi, prosegui con discreta regolarità: l'A.S.C.l. era ormai una realtà ben inserita nella vita della Parrocchia e dell'Oratorio maschile e coinvolgeva, soprattutto nel Branco e nel Riparto, un elevato numero di ragazzi; più complessa e difficile fu invece la vita del Clan, non tanto per questioni locali, quanto piuttosto perché l'età dei giovani chiamati a vivere l'esperienza del Rover è età oggettivamente difficile ad ogni latitudine e sotto ogni cielo. Tra le molte attività svolte, va ricordata la partecipazione del Branco al San Giorgio Regionale di Manerba del Garda del 1965: i nostri lupetti ed il loro Akela ottennero (un'inezia!) il secondo posto; due anni dopo fu ancora il Branco ad ottenere addirittura il primo posto al San Giorgio provinciale tenutosi a Montisola sul Iago d'Iseo. Degna di menzione è anche la triplice partecipazione del Reparto ai Rally ciclistici scout del Garda, svoltisi ad Arco (TN) nel settembre del 1968, 1969 e 1970, incontri cui convenivano Scout da tutta Italia. Il 4 novembre 1965 era Stato fondato il Gruppo degli Amici degli Scout. Se gli anni Sessanta furono un periodo di vitalità, il decennio successivo fu invece un periodo difficile: gli anni successivi al 68 furono, in tutta Italia, anni di profonda crisi per l'associazionismo tradizionale in genere. Il Vobarno I° risenti del clima di generale disorientamento che andò a sovrapporsi alla sempre presente difficoltà del ricambio dei capi. Si ripeté, in un certo senso, la crisi del 1952. la differenza sostanziale che, mentre allora vi era stato un notevole calo anche dei ragazzi, la crisi del 1975 fu dovuta essenzialmente alla carenza di capi. Nel 1974 vi erano 13 lupetti, 14 esploratori, 7 rovere 4 soli capi (esclusi gli assistenti ecclesiastici): la situazione portò allo scioglimento del Branco: al censimento 1975 il numero dei capi rimaneva identico mentre il numero degli esploratori era salito a 21 e quello dei Rover a 8. Così i campi estivi non poterono essere effettuati e all'inizio del nuovo anno di attività, il gruppo si sciolse. Se la fiamma aveva smesso di brillare, il fuoco covava ancora sotto la cenere, pronto a riprendere vigore. Cosi l’11 novembre del 1979, in casa del nuovo curato, il bergamasco don Raffaele Licini, un gruppo di persone, tra cui alcuni ex-scout, presero la decisione di rifondare il gruppo. Di quanto, nonostante fossero passati pochi anni, i tempi fossero cambiati, lo testimonia il fatto che il gruppo nacque non più come associazione esclusivamente maschile, ma vide la partecipazione a pieno titolo anche di numerose ragazze: dalla fusione delle vecchie A.S.C.I. e A.G.I, era infatti nata (maggio 1974) l'A.G.E.S.C.l. Non si trattava di una mera formalità: l'unificazione aveva sollecitato la nuova realtà ad uscire dalle secche in cui le turbolenze dei primi anni Settanta avevano condotto, un po' dappertutto, l'associazionismo cattolico, affinando metodi e tecniche dell’approccio educativo, richiedendo una più approfondita preparazione dei capi, proponendo il modello della collegialità delle scelte e istituendo di fatto la Comunità Capi. Cosi, mentre nel passato, benché esistesse un capo gruppo e comunque vi fosse sempre un qualche collegamento tra i responsabili delle varie branche, in realtà ogni capo impostava la propria attività autonomamente, ora la Comunità Capi diveniva il luogo delle scelte comuni, del coordinamento, della verifica e dell'autoformazione. Tutto questo per affermare che il cammino intrapreso nel 1979 non può essere pensato come una semplice ripresa dell'esperienza precedente, ma come una vera e propria rifondazione, anche se, naturalmente, gli elementi di continuità non mancavano: alcuni dei nuovi capi infatti avevano alle spalle alcuni anni di attività scoutistica; a supportare la tesi della continuità basterebbe poi la presenza assai preziosa ed insostituibile di Ezio Faberi, decano dello scoutismo vobarnese (si vedano gli elenchi che seguono questa breve cronistoria), che supportò con la sua pluridecennale esperienza di vita scout, i primi passi della rinata associazione. Il primo anno fu completamente dedicato alla formazione, cosi che il 3 settembre 1980, presso il Santuario della Madonna della Rocca, fecero la loro promessa sei nuovi capi. Questo permise l'apertura delle prime tre unità: un branco misto, un Reparto maschile e uno femminile. Negli anni successivi la formazione di nuovi capi permise l’apertura di un secondo branco e del clan-fuoco.
 
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